Alfredo e l’arrivo della primavera

Era una bella giornata di sole, il cielo era senza nuvole e gli uccellini cantavano allegri festeggiando la primavera alle porte. Ma tra loro ce n’era uno che non era felice…se ne stava in disparte, con lo sguardo triste, saltellando tra i fili d’erba imperlati dalla rugiada mattutina, sospirando e guardando l’orizzonte con occhi tristi. Alfredo aveva trascorso l’inverno nella sua casetta tra i rami della grande quercia che dominava la collina.

La sua casetta era confortevole con una piccola cucina in un angolo e una grande camino al centro. Una piccola poltrona accanto al camino e un letto fatto di foglie secche con una bella trapunta color verde e arancio, creata dalla sua nonnina, completavano il suo piccolo rifugio.

Aveva trascorso le fredde giornate autunnali raccogliendo semi per la sua dispensa e quando la neve aveva iniziato ad imbiancare la collina si era rintanato dentro, al calduccio, aspettando la primavera e con essa il risveglio di tutta la natura.

Quando i primi raggi di sole, che annunciavano l’arrivo della primavera, avevano iniziato a farsi strada dai vetri della finestra come piccoli fili d’orati, Alfredo aveva iniziato a mettere il becco fuori, a sgranchire le sue zampette e le sue piccole ali, saltellando da un ramo all’altro e salutando i suoi amici che, come lui, iniziavano ad uscire al tepore del sole.

La neve si era sciolta e la natura iniziava a colorarsi. Piccole foglioline verdi spuntavano sui rami degli alberi e tanti fiorellini coloravano i prati intorno la grande quercia.

Ma Alfredo era triste…non riusciva a giocare con i sui amici, non andava con loro al laghetto a cercare piccoli lombrichi, non volava con loro lasciandosi trasportare alla brezza mattutina o al tramonto quando tutto si colorava di arancione e le sue amiche civette iniziavano a sonnecchiare sui rami degli alberi.

Neanche le serate attorno al fuoco, ad ascoltare i racconti del vecchio Signor Gigetto, un gufo con grandi occhiali quadrati e una barba grigia e lunga, riuscivano a distrarlo dai suoi pensieri.

Nessuno sapeva cosa rendeva triste Alfredo.

Poi una mattina il suo becco annusò l’aria, un fresco profumo di mughetto si era sparso tutto intorno dopo la breve pioggerella caduta durante la notte. I primi raggi del sole spuntavano all’orizzonte e un grande arcobaleno si disegnava nel cielo. La codina di Alfredo stava vibrando e fu allora che le vide… In lontananza tra il sole e l’arcobaleno, piccoli puntini neri coloravano il cielo come le gocce di cioccolata dei biscotti della sua nonnina.

Nei grandi occhi di Alfredo qualcosa stava brillando, una piccola luce era comparsa guardando l’orizzonte.

Senza rendersene conto le sue piccole e minute zampette avevano iniziato a saltarellare. Saltelli di gioia…

Stavano arrivando, le rondini stavano tornando… e con le rondini tornava la sua amica Lisa. Dopo una lunga attesa, durata tutta l’inverno finalmente poteva riabbracciare la sua amichetta rondinina.

Lisa era arrivata da un paio di giorni con la sua famiglia quando si rividero, si abbracciarono stretti stretti in un girotondo di gioia e allegria.

Alfredo amava passare il suo tempo con Lisa. La piccola rondinina era curiosa di tutto e parlava parlava, parlava, ogni cosa con lei diventava buffa e avventurosa.

Ad Alfredo tutto questo piaceva, si lasciava trasportare dal suono delle cicale e dalla dolce vocina di Lisa che non smetteva un attimo di fare domande a cui lui provava a dare risposte e insieme si cacciavano sempre in buffe situazioni.

La primavera era finalmente arrivata e le loro avventure potevano iniziare.

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